Abitare una casa in sasso restaurata
in montagna ...

 
  1. Abitare una casa in sasso restaurata in montagna ... si può.

Questo intervento, progettato e realizzato tra il 1990 ed il 1992, pubblicato da alcune riviste del settore, è stato un modello ed è ancora oggi un valido esempio per il corretto recupero dell’architettura rurale di montagna.

Leggi di seguito l’articolo di presentazione scritto dall’architetto progettista dell’opera.


RESTAURO DI UNA CASA RUSTICA A RAVARANO DI CALESTANO, ALTA VALLE DEL BAGANZA (PR)


Progetto e direzione dei lavori:
Arch. Vincenzo Mainardi
Ingegneri Architetti Parma




IL LUOGO

La prima cosa che mi rimase impressa arrivando a Ravarano, fu la sensazione di trovarmi in un luogo singolare, diverso da quelli ove siamo abituati a trascorrere le nostre giornate di vita e lavoro.

Ravarano è una piccola frazione nell'alta valle del Baganza, sorta lungo uno degli itinerari che dalla pianura emiliana valicano l'Appennino e portano in Toscana e poi al Tirreno.  È verosimile che gli abitanti di questo piccolo centro siano stati, come in gran parte sono ancora, contadini praticanti la poco redditizia agricoltura di montagna.  Il benessere, che nell'ultimo trentennio ha provocato trasformazioni radicali nella nostra società, ha lasciato qui segni leggeri, che non hanno infierito sull'impianto urbanistico e sulle strutture edilizie.  I modesti lavori di recupero e di manutenzione non hanno avuto la forza di cancellare le caratteristiche originali o preesistenti.

È in questo contesto che si trova il piccolo immobile su cui è stato eseguito l'intervento.


LA VECCHIA CASA

La casa, d'impianto verosimilmente settecentesco, mi ha rivelato dalla prima osservazione caratteristiche costruttive proprie dei fabbricati di montagna, ove era poco diffuso l'uso del mattone;  le murature erano in sasso ed i solai interamente in legno.  La rimozione degli intonaci ha palesato una serie di diversi interventi di ampliamento e modifica;  si può ben pensare che l'edificio sia stato autocostruito nel tempo, mano a mano che crescevano le esigenze di spazio, per abitare e lavorare.

La casa si compone di un corpo principale che si sviluppa su tre livelli, e di uno secondario realizzato a posteriori, di soli due livelli.

È facile intuire quello che era l'uso della casa:  rustico (due stallini) al piano cantinato, zona giorno al piano terreno, zona notte al primo piano.  La casa era composta di quattro parti non comunicanti tra loro, ed il principale spazio di collegamento era rappresentato dal prato che su due lati la circonda.

Dalla natura dell'immobile è facile capire qual'era la vita degli abitanti, dediti principalmente ad una economia agricola di autoconsumo, con pochi campi, un orto, non più di tre o quattro capi di bestiame.


IL PROGETTO

L'idea che mi ha guidato nella stesura del progetto è la creazione di un nuovo sistema di percorsi che ponga in comunicazione tutti i piani e tutti i locali.  Il cuore di questo sistema è la scala, che collega tre stanze a giorno l'una sopra all'altra.  Nel fare questo ho voluto rispettare il ruolo centrale della cucina, focolare della casa. 

La cucina ampia e spaziosa è il luogo ove si raccoglie la famiglia;  è la stanza cui si accede direttamente dall'esterno, e da cui poi ci si reca agli altri locali:  la casa è stata convertita interamente ad abitazione, ed anche la mansarda ed i piani seminterrati sono riscaldati ed attrezzati per uso civile.

Ho individuato due modi di intervento nell'edificio esistente:  la conservazione (per le strutture murarie) e la sostituzione integrale (per i solai, nel rispetto dei piani di calpestio originali).

Conseguentemente la casa si presenta come una scatola muraria restaurata all'interno della quale è inserito l'apparato dei nuovi solai e della nuova scala.  Ho voluto che non vi fosse equivoco in questa differenza ed ho realizzato le nuove strutture in ferro smaltato e legno di abete.

L'immagine della casa rivela la natura dell'intervento:  la muratura di sasso a vista, la copertura in piane spaccate a mano, le strutture in legno di rovere vecchio sono "l'antico";  i profilati di ferro, i tavolati di legno dei solai e delle pavimentazioni, i pavimenti e i rivestimenti ceramici sono il "nuovo".

Il colore verde, in diverse tonalità, è presente sia all'esterno che all'interno della casa.  Ho fatto questa scelta, oltreché per motivi di gusto personale, in opposizione a quella tendenza che ha eliminato dalle nostre case la qualità ed il piacere del colore, inondandoci con un mare di bianco e tinte neutre.

Una parola merita il materiale di copertura;  grazie alla disponibilità dei committenti è stato possibile ripristinare il manto in piane di pietra.  È un piccolo regalo che è stato fatto anche al paese ed alla sua immagine complessiva, che con la progressiva sostituzione delle piane con i coppi (estranei alla tradizione costruttiva locale) va perdendo la sua caratteristica più originale.



Vincenzo Mainardi

(maggio 1993)






studio@ingegneriarchitettiparma.it

www.ingegneriarchitettiparma.it


A sinistra: alcune immagini della casa restaurata, del borgo e della casa prima dell’intervento, del cantiere.


  1. -Continua e vedi anche “Abitare una casa ristrutturata in città”.

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Leggi anche l’articolo “Una casa dagli occhi verdi”, pubblicato su Brava Casa n° 12/1993.

ING. FRANCESCO MARINELLI - ING. PIER GIORGIO NASUTI - ARCHITETTO VINCENZO MAINARDI


Studio in Parma, Borgo della Salnitrara 4, T. 0521-1811288 / 1810634

Leggi anche l’articolo “Una casa dagli occhi verdi”, pubblicato su Brava Casa n° 12/1993.

abitare nell’Antico
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